E centoventi imprese tornano a sperare

Del 29 ottobre 2002 da Il Mattino

Sono centoventi (senza contare quelle che ancora non figurano nella lista ufficiale della Farmnesina) le imprese italiane che vantano crediti miliardari in Libia e che la visita a Tripoli del premier Berlusconi potrebbe contribuire a sbloccare. Le cifre: milleseicento miliardi di vecchie lire, pari a circa 877 milioni di euro e che in virtù degli interessi legali maturati salgono a un miliardo e 755 milioni. Somme ingentissime per lavori e servizi effettuati in Libia tra gli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta e mai riscossi perché bloccati nel contenzioso tra Roma e Tripoli per il risarcimento chiesto dalla Libia sui danni di guerra. Ma uno sforzo a tutto campo volto a sensibilizzare governo, istituzioni e parti sociali (sulla questione era intervenuto il presidente di Confindustria D'Amato) è stato compiuto dall'Airil (Associazione italiana per i rapporti italo-libici) presieduto da Leone Massa che riunisce 34 di queste imprese: un dettagliato dossier sui crediti bloccati in Libia è stato inviato infatti dall'Airil a tutti i deputati e senatori e un primo riscontro si è avuto con una serie di nuove riunioni a Tripoli di un Comitato misto italo-libico incaricato di affrontare il problema. Ora è la visita di Berlusconi a far sperare in sviluppi positivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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