Regali a Gheddafi anche se non paga i debiti
di Ruggiero CaponeDel 5 luglio 2003 da L' Opinione
Per Muammar Gheddafi non ha proprio fondo il pozzo degli aiuti italiani. Così dopo gli ennesimi accordi farsa di Tripoli (sempre tra istituzioni di governo italiane e libiche) ora è toccato al capo della Polizia italiana (Giovanni De Gennaro) sottoscrivere un’intesa italo-libica su immigrazione e sicurezza con il capo della polizia libica. L’effettivo contenuto del protocollo d’intesa è secretato, sia al Viminale che alla Farnesina ci dicono che “si tratta di atti dai contenuti molto importanti”. Ma l’Italia è anche il Paese di Pulcinella, così veniamo a scoprire che la segreta materia del contendere verte sugli ennesimi aiuti italiani a fronte di evanescenti promesse libiche: il governo Berlusconi s’impegna a realizzare opere nei paesi africani limitrofi alla Libia, ad accontentare la dittatura di Gheddafi sulle varie richieste di sgravi (per esempio le bollette Telecom) ed elargire a prezzo politico (e con dilazioni) mezzi d’opera al Governo di Tripoli. “E chi sono io Babbo Natale?”, recitava una nota pubblicità di biscotti. Questa domanda avrebbero dovuto porsela anche i generosi sottoscrittori italiani. “Berlusconi non vuole problemi con Gheddafi, quindi con sbarchi di clandestini, durante il suo turno di presidenza europea - spiega un addetto ai lavori - gli aiuti concessi alla Libia e gli accordi totalmente a favore del governo di Tripoli servono a tenere buono il Rais per i prossimi sei mesi: dopo si vedrà, con i libici non esistono intese eterne, tutto si può ridiscutere anche dopo poche ore”. Analizzando queste trattative, totalmente a sfavore dell’Italia, ben si comprende perché il Governo eviti d’affrontare nuovamente il problema delle imprese italiane che vantano crediti miliardari in Libia: trattativa arenata da oltre trent’anni. E se tante risorse partono per Tripoli perché non provvede il governo Berlusconi a risarcire i profughi italiani della Libia?