Gheddafi: "Stop agli affari se Roma non ci indennizza"
Del 6 ottobre 2003 da Gazzettino di Venezia
Tripoli - Il leader libico Muammar Gheddafi ha minacciato ieri di privare l'Italia dei suoi interessi economici in Libia, se Roma non verserà a Tripoli un'indennità di risarcimento per il periodo coloniale.
"L'Italia" ha detto il colonnello durante un festival femminile che si è tenuto a Misurata, sulla costa mediterranea, duecento chilometri ad est di Tripoli, "perderà i suoi interessi in Libia se resterà indifferente agli accordi firmati con la Libia riguardo a questi indennizzi".
Secondo il presidente libico, "questa perdita" cioè le ripercussioni economiche che il nostro Paese potrebbe subire in conseguenza del blocco degli affari - "sarebbe molto grande per le società italiane".
Roma e Tripoli hanno firmato nel luglio 1998 una dichiarazione l'Italia si scusava ufficialmente con il popolo libico per i danni che aveva potuto causare durante l'occupazione del Paese, negli anni compresi fra il 1911 e la Seconda guerra mondiale. Nel testo, l'Italia si impregnava fra l'altro a collaborare allo sminamento del Paese e a costruire un ospedale.
Gheddafi, però, esige ora degli indennizzi, mentre Roma considera invece risolta la questione con l'accordo che venne concluso nel 1956 con il re Idriss, deposto dallo stesso Gheddafi con il colpo di stato nel 1969.
Roma "deve pagare delle indennità", ha affermato Gheddafi, ma ha preferito comunque non spingersi troppo oltre, continuando a definire comunque l'Italia "un Paese amico che ha sostenuto la Libia" in questi ultimi mesi, nel corso dei quali sono state revocate le sanzioni imposte dall'Onu a Tripoli per il caso Lockerbie.