"Il Governo conceda una garanzia all banche per anticipare gli impegni presi con l' accordo del 28/10/02"

Del 16 ottobre 2003 da Ufficio Stampa A.I.R.I.L.

Il piano del Presidente A.I.R.I.L. Leone Massa consente di salvare molti imprenditori e di rilanciare una quota consistente dell’economia nazionale 

“Il Governo Berlusconi deve concedere una garanzia sovrana dello Stato italiano alle banche per anticipare alle aziende creditrici con la Libia i soldi vantati dalle stesse, altrimenti per molte di queste sarà il fallimento”.

Questa la proposta rilanciata dal Presidente dell’A.i.r.i.l. (associazione italiana per i rapporti italo-libici) Leone Massa all’incontro svoltosi presso la sala Capranica a Roma giovedì 16 ottobre tra le imprese creditrici della Libia ed i rappresentanti delle massime Istituzioni nazionali, parlamento e governo, dinanzi agli organi di informazione.

La soluzione di Massa è al centro della sua lunga ed articolata relazione esposta dinanzi ad una folta platea di intervenuti tra i quali anche moltissimi italiani rimpatriati dalla Libia negli anni ‘70. Nella stessa relazione vengono ripercorse le principali tappe dei rapporti bilaterali Italia-Libia degli ultimi trent’anni. Tappe contrassegnate da eventi drammatici come la confisca da parte del regime del colonnello Gheddafi  prima dei beni di migliaia di cittadini italiani e poi dei crediti di centinaia di imprese operanti nel Paese arabo.   

Danni materiali che per le imprese ammontano a oltre 850 milioni di Euro di crediti più la rivalutazione monetaria e gli interessi legali maturati. Molti di questi crediti, compresi di rivalutazione ed interessi, sono addirittura suffragati da sentenze definitive di tribunali libici e italiani e da lodi internazionali.

La proposta di Leone Massa, chiara ed applicabile in tempi celeri, è la diretta conseguenza dell’accordo bilaterale sottoscritto un anno fa a Tripoli dal premier Silvio Berlusconi e l’omologo libico Shameek alla presenza di Muhammar al-Gheddafi.

 All’incontro promosso dagli imprenditori italiani creditori con il Paese arabo hanno preso parte Daniele Capezzone, segretario nazionale dei Radicali Italiani, il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, i parlamentari Mario Lettieri (Margherita),  Luigi D’Agrò (UDC) già autore di un’interrogazione parlamentare sulla questione crediti, Patrizia Paoletti Tangheroni (FI), Paolo Giaretta (Margherita) eMassimo Polledri (Lega Nord Padania).

Il dibattito al quale hanno preso parte attiva esponenti di Confindustria, Confitarma, Assoafrica e Airl (associazione italiana rimpatriati dalla Libia), è stato moderato nella sessione mattutina da Arturo Diaconale, direttore del quotidiano “L’Opinione”, e nella sessione pomeridiana da Antonio Parisi di “Rete news”.

Nella seconda sessione dei lavori della conferenza due interventi tecnici hanno consentito di approfondire la questione in tutti i suoi principali risvolti politico-diplomatici e del commercio internazionale.

Molto precise in tal senso sono state le relazioni del professor Augusto Sinagra, ordinario di diritto internazionale all’università La Sapienza di Roma, e dell’ambasciatore Riccardo Sessa, direttore del ministero Affari Esteri per i rapporti con i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente.

L’ambasciatore ha sottolineato che l’Italia ha espresso “sconcerto ed insoddisfazione” ai diplomatici libici dopo le ultime sortite del colonnello Gheddafi, che, a Misurata in occasione della celebrazione del giorno della vendetta, aveva sollecitato l’Italia a rispettare gli accordi sugli indennizzi per i danni coloniali. La posizione del nostro Paese anche in merito alla questione crediti, riassunta agli imprenditori italiani da Sessa, è stata apertamente espressa dal ministro degli Esteri Franco Frattini in una nota inviata alla Libia nei giorni scorsi.

La proposta di Massa ha però incontrato le perplessità del ministro Giovanardi che ha rimarcato la difficoltà a perseguire la strada della garanzia sovrana alle banche che sarebbero chiamate di fatto ad anticipare un credito che i libici comunque potrebbero non pagare.

La risposta di Giovanardi ha acceso il dibattito ed ha registrato la netta contrarietà di molti imprenditori che nel pomeriggio è stata poi suffragata dall’intervento dell’esperto di diritto internazionale Sinagra.

Quest’ultimo, infatti, ha sottolineato che l’accordo bilaterale firmato a Tripoli da Berlusconi e Shameek non può essere disatteso in nessun modo o forma e né l’Italia né la Libia possono unilateralmente sottrarsi all’impegno assunto.

Quindi il governo italiano ne è direttamente corresponsabile nei confronti delle imprese creditrici, qualunque fosse l’atteggiamento della controparte libica.

L’anticipo delle banche italiane, dunque, oltre che praticabile è più che una opportunità visto che consentirebbe alle molte aziende di evitare il fallimento ed a quelle già in grossa difficoltà di ritornare sul mercato italiano ed internazionale. Per la nostra economia è certamente un’occasione da non lasciarsi scappare.

 

 

 

 

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