N. 16 del 3 Novembre 2003
Sorpresa: varie coincidenze legano le Brigate rosse a un certo Gheddafi

Del 3 novembre 2003 da La Velina Azzurra

Roma - Uno zampino di Gheddafi nelle nuove Brigate Rosse? Questo sospetto, del tutto nuovo, nasce su una serie di coincidenze e di proiezioni logiche. Gli investigatori si sono imbattuti in alcuni precisi riferimenti alla Libia. E noi della Velina Azzurra ne abbiamo trovati anche altri. La figura del “postino” pisano della Cgil Bruno Di Giovannangelo appare sconcertante. Era un appassionato della resistenza libica alla colonizzazione italiana e aveva scelto come nome di battaglia quello del celebre capo ribelle Omar Al Muhktar. Nella mitologia del regime libico, Muhktar è l’eroe nazionale fatto impiccare dal generale Rodolfo Graziani nel 1931. A lui sono dedicate strade, piazze, monumenti, mausolei. Il colonnello Gheddafi lo cita in ogni discorso. Il “postino” era un maniaco della pellicola finanziata nel 1980 dal regime libico, “Il Leone del deserto”, che venne proibita in Italia perché basata su falsi storici e disonorevoli per il nostro esercito. Anche i terroristi chiamavano Di Giovannangelo “Muhktar” o più brevemente Mu, il “compagno Mu”. Con queste due lettere era indicato nel palmare della Nadia Desdemona Lioce.

La strana coincidenza è che il nome dell’eroe libico era stato invocato dalla stessa Lioce, dopo l’arresto, nella dichiarazione politica pronunciata davanti al Tribunale del riesame. Dopo un riferimento all'attentato dell'undici settembre alle Torri Gemelle di New York, la donna aveva tracciato un inedito parallelo tra la battaglia anti americana dei terroristi di Al Quaida e quella anticoloniale di Omar Al Muhktar. A questo bisogna aggiungere un’altra stranezza: il fatto che il presunto capo della colonna romana Marco Mezzasalma era nato a Tripoli da dove, all’età di 11 anni, era stato espulso con la famiglia insieme con 20 mila nostri connazionali e, vista la proibizione del regime ancora valida, non era più tornato in Libia. Chissà perché, crescendo nella diaspora, aveva simpatizzato con il regime che aveva perseguitato ed espropriato gli italiani.

La Velina Azzurra ha scoperto altri due riferimenti al “Leone del deserto”. La pellicola dedicata all’eroe nazionale di Gheddafi è rispuntata fuori un anno fa proprio a Firenze, teatro importante delle nuove BR (e di tanti altri personaggi, storie e vicende), utilizzata per inaugurare la 43° edizione del Festival dei Popoli dal 15 al 21 novembre 2002. Questa manifestazione promossa dai Centri sociali era dedicata l’anno scorso a una retrospettiva del colonialismo italiano. Un tema che non ha alcuna attinenza con le materie dell’attuale scontro sulla globalizzazione. Guarda caso, il festival è stato preparato in coincidenza con la visita di Berlusconi a Tripoli del 28 ottobre.

Ma la coincidenza che più colpisce è ancora un’altra: il 16 settembre del 2000 c’era stato a Trieste il primo consistente atto terroristico: una bomba contro la sede dell’ICE e dell’INCE seguita da una “Risoluzione strategica” dei “Nuclei territoriali antimperialisti per la costruzione del partito comunista combattente” identificabili con le nuove Brigate Rosse. Omar Al Muhktar venne impiccato proprio alla data del 16 settembre. Bisogna ricordare che il colonnello Gheddafi è sempre molto attento ai simboli. Gli italiani sbarcarono il Libia il 7 ottobre del 1911, perciò la loro cacciata avvenne l’11 ottobre del 1970. Trieste, per esempio, non è affatto una città estranea agli interessi libici, visto che la squadra di calcio della Triestina fa parte del piccolo ma crescente impero italiano della società Lafico della famiglia Gheddafi, che comprende partecipazioni in Banca di Roma, Fiat, Juventus, etc.

Le precedenti infiltrazioni libiche in Sicilia e Sardegna

Roma 3 Novembre (La Velina Azzurra) - Perché Gheddafi dovrebbe appoggiare in qualche modo le Brigate Rosse? Sui rapporti della Libia con le vecchie Brigate Rosse esistono agli atti numerose testimonianze. Nulla di concreto venne provato ma più volte emerse la disponibilità di Tripoli a fornire armi e appoggi. Inoltre, chi ha buona memoria ricorda che tra gli anni 70 e 80 il regime di Gheddafi avvio varie operazioni di penetrazione in Italia. Creò teste di ponte in Sicilia (Catania) e in Sardegna. E’ sicuro che Gheddafi ebbe contatti con gli indipendentisti sardi e che acquistò una tipografia per la propaganda. In quel periodo i sardisti tentarono di rilanciare il vecchio progetto di ufficializzare la lingua (limba) sarda. Il vecchio leader dell’indipendentismo sardo, Salvatore Meloni, ha raccontato al quotidiano L’Unione Sarda del 17 ottobre scorso che il piano del 1981 per creare il governo della “Libera repubblica di Sardegna” nell’isola di Maldiventre aveva l’appoggio della Libia. Non solo, Meloni ha anche confermato da esperto a riposo che i pacchi bomba che continuano ad arrivare dalla Sardegna hanno probabilmente una matrice indipendentista.

 

 

 

 

Galleria Immagini
Decennale AIRIL

Contatti

Sede Legale

Via Sistina, 121 - 00187 - Roma
(c/o DayOffice)

tel: 06-47818521 - fax: 06-47818444
email: presidenza@airil.it