È la promessa di Gheddafi al ministro Frattini in visita nel Paese. Tripoli combatterà il terrorismo
dall' inviato Gerardo PelosiDel 6 giugno 2003 da Il Sole 24 Ore
TRIPOLI. I venti di pace che salgono da Aqaba contagiano positivamente Medio Oriente e Maghreb arabo. Ed è un linguaggio insolito quello che il colonnello Muammar Gheddafi utilizza nell'incontro con il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, all'ombra della tenda berbera montata nel cortile della caserma "Bab-al-Azyzya" poco fuori Tripoli, di fronte all'edificio bombardato dagli americani nell'86 e nel quale morì la figlia del "leader". Da allora tutto è rimasto intoccato: le schegge, i divani sventrati e i soffitti pericolanti. Ma, simboli del passato a parte, la Libia di oggi sembra volere chiudere davvero i conti con quella, vecchia realtà. Il colonnello chiarisce a Frattini che lui il terrorismo internazionale lo vuole combattere davvero, che anzi si sente lui stesso minacciato dai fondamentalisti e che aspetta "con grande impazienza" l'inizio del semestre di presidenza italiana dell'Ue per uscire dall'isolamento e proseguire la marcia di avvicinamento verso l'Occidente. E chiudere il contenzioso con l'Italia (crediti, visti e risarcimenti), suggellando l'accordo con una visita nel nostro Paese, per ora solo un progetto. Gheddafi (che ha avuto anche un colloquio telefonico con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi) ha discusso a lungo come combattere l'immigrazione clandestina, creando sviluppo nei Paesi di provenienza. Ma quello che importa è che il Governo di Tripoli sembra intenzionato a chiudere la stagione del sostegno politico (e in certi casi anche finanziario) ai movimenti estremisti palestinesi.
Nel frattempo entro il 10 dicembre una commissione mista di funzionari dei ministeri dell'Interno italiano e libico chiuderanno l'intesa per la collaborazione forze di polizia per controllare le partenze dei clandestini dai porti libici.
Sul plano bilaterale Shalgam e Frattini hanno firmato un accordo di cooperazione culturale e scientifica in base al quale potrà rientrare in Libia già nelle prossime, settimane la Venere di Cirene. La Libia ha riconosciuto inoltre una quota consistente dei 600 milioni di euro di crediti non assicurati che rappresentano il contenzioso più pesante tra i due Paesi. Anche la questione dei visti per gli italiani espulsi dal Paese nel '70 sembra avviata a soluzione. Nello stesso tempo il progetto di ospedale ortopedico italiano andrà avanti così come l'autostrada Tripoli-Bengasi. Il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi sarà a Tripoli entro la fine di luglio per finalizzare il progetto.