Libia: Gheddafi festeggia la cacciata degli americani

di Dimitri Buffa

Del 13 giugno 2003 da L' Opinione

Mercoledì 11 giugno, in Libia festeggiavano tra canti, balli e suoni, in maniera ufficiale il giorno della "cacciata degli americani" dal suolo sacro della repubblica di Jamahirya. A ottobre ci sarà un'altra analoga festa per celebrare la cacciata degli italiani, vivi e morti. Anche le ossa dai cimiteri infatti dovettero fare fagotto nel 1970 dopo l'avvento di Gheddafi. Infine in altra data imprecisata dell'anno non può mancare la festa della cacciata degli ebrei dalla Libia. Ma la Libia oggi è per caso un paese isolato dalla comunità internazionale come era ieri l'Iraq, come è oggi la Corea del Nord e come dovrebbero essere, ieri oggi e domani, la Siria e l'Iran, Cuba e il Vietnam? Niente affatto. Oggi la Libia viene ritenuto un partner serio dall'Italia di Berlusconi che, ancor prima di vedere rimborsati i crediti per quasi un miliardo di euro (interessi legali compresi) che più di 105 aziende italiane senza copertura Sace vantavano in certi casi da oltre trenta anni, ha subito dato mandato proprio alla Sace di aprire un'altra linea di credito per un miliardo di euro, per garantire da eventuali bidoni imprese come Eni, Fiat ecc. Che già in passato avevano avuto problemi risolti con generose transazioni da parte nostra, a carico del contribuente, e con grande soddisfazione della contro parte libica. Non solo: la Libia oggi, grazie alla sponsorizzazione italo - francese a livello diplomatico presiede la commissione dei diritti umani dell'Onu ed è molto impegnata a fare condannare Israele e gli Usa ogni volta che è possibile. Mentre per Cuba, Laos, Birmania, Vietnam e Corea del Nord volentieri si chiude un occhio. Ai geni della geopolitica e del relativismo etico questo commento serva da memorandum: questo mondo alla rovescia proprio non ci piace.

 

 

 

 

 

 

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