Svolta a Tripoli Gheddafi apre al libero mercato
Del 15 giugno 2003 da La Repubblica
TRIPOLI - E' 'finito il settore pubblico in Libia, Muammar Gheddafi decide di privatizzare petrolio, banche, aeroporti e strade e aprire al mercato. Il leader libico ha presentato con un colpo di scena un nuovo modello di economia privata collettiva al Congresso generale del Popolo riunito a Sirte, in cui il leader ha annunciato anche un rimpasto di governo e la sostituzione del primo ministro. "Il settore pubblico - ha detto Gheddafi - si è già accaparrato miliardi di dollari, mantenerlo porterà al crollo dell'economia libica". Con questa apertura al mercato, che è forse un tentativo di allontanare la Libia dalla lista di "stati canaglia" stilata nel 2001 dal segretario di stato Usa Colin Powell, Gheddafi spezza anche una lancia a favore della globalizzazione, di cui "è necessario approfittare in modo intelligente, senza divenire schiavi". Lo stesso valore per la nuova economia di mercato, che secondo il leader non deve portare agli eccéssi del capitalismo e allo sfruttamento, ma dare vita invece ad un inedito "capitalismo del popolo". La Libia produce 1,3 milioni di barili di petrolio al giorno, con riserve stimate al 3% del totale mondiale. "Il petrolio, che è la base della ricchezza della Libia - ha detto - deve diventare proprietà di tutti e questo settore deve essere diretto da Società che non saranno proprietà dello Stato, ma dei libici, che potranno tuttavia chiamare esperti stranieri, in modo da sviluppare il settore". Già in passato Gheddafi aveva teso la mano agli Stati Uniti per una collaborazione con le compagnie petrolifere americane al fine di rinnovare i metodi di ricerca e produzione. Gheddafi ha ricordato al congresso che i guadagni del petrolio depositati in banca vengono investiti all'estero, e così i libici possiedono oggi il 5% delle azioni del Banco di Roma, ("Città che in passato ci ha colonizzato") ed il 7% della società della squadra di calcio Juventus.