Un esercito di clandestini all’assalto di Lampedusa Avvistate altre carrette del mare. Record di sbarchi
di Francesco VivianoDel 19 giugno 2003 da La Repubblica
ISOLA DI LAMPEDUSA — Nel mare della morte e della speranza, nel tratto tra l'isola di Lampedusa e la costa nordafricana, vecchi pescherecci e gommoni fatiscenti continuano a far sognare e anche morire,migliaia di disperati che lasciano i loro Paesi d'origine nel continente nero in cerca di fortuna in Europa, in Italia, con prima tappa Lampedusa. In quel tratto di mare le motovedette della nostra Marina Militare e quelle della Guardia di finanza e della Guardia Costiera continuano a cercare cadaveri e soccorrere le carrette stracariche di clandestini. In gergo li chiamano «bersagli». Un «bersaglio», il quadrilatero di mare a 50 miglia a sud di Lampedusa dove 5 giorni fa è affondato un peschereccio con un carico imprecisato di clandestini dove sono stati recuperati 7 cadaveri e soltanto in tre si sono salvati, è ormai un «bersaglio» fantasma. I nostri aerei e le nostre motovedette continuano inutilmente a cercare «dispersi», ma ormai senza tante convinzioni perché tutti sostengono che difficilmente si troveranno dei superstiti. Gli altri «bersagli» sono tanti piccoli puntini sugli schermi radar dei mezzi navali ed aerei italiani. Soltanto ieri sono state avvistate e abbordate 5 carrette del mare stracolme di clandestini soccorsi e trainati fino al «Molo Favaloro» la banchina del porto vecchio dell'isola, più trafficato delle vie di Lampedusa affollata di turisti. Arrivano tutti dalle coste libiche, da Zuara e ieri ne sono sbarcati oltre 200 portando a 5.677 il numero di clandestini giunti nell'isola in questi ultimi sei mesi. Una cifra record. Ma non è finita, i nostri agenti segreti del Sismi e del Sisde che da alcune settimane stanno «monitorando» le coste libiche e quelle limitrofe della Tunisia, hanno segnalato che oltre circa due milioni di disperati sono «stivati» in magazzini e case di campagne di Zuara ed altri paesi vicini è in attesa di essere «trasferiti» dai mercanti di schiavi nell'isola di Lampedusa. L'ultimo «carico» è stato segnalato proprio ieri mattina, poco dopo l'alba, un barcone con oltre 100 clandestini partito da Zuara. E’ stato avvistato anche da un aereo della Marina Militare Italiana, un Atr 42, e da un peschereccio italiano. Quando è stato avvistato era ad appena 30 miglia da Zuara ed in queste ore si sta tentando di convincere le autorità libiche ad intervenire, ad inviare sul posto le motovedette di Gheddafi per far tornare indietro quel carico di clandestini. Soltanto stanotte o stamattina si potrà sapere se la diplomazia italiana ed i nostri servizi sono riusciti a convincere i libici a cambiare rotta, a dare una mano per frenare la più grande ondata di extra--comunitari degli ultimi decenni verso le coste italiane.
Le cifre dei clandestini in attesa di sbarcare in Italia sono spaventose. «Ma noi — dice il comandante della capitaneria di porto di Lampedusa, il tenente di Vascello Michele Niosi da 7 anni in continua emergenza — siamo ormai abituati a tutto. Per noi è diventato come soccorrere i diportisti d'estate anche se qui, in questi interventi, ogni piccolo errore può costare la vita a decine e decine di persone, compresi i nostri marinai».