Clandestini, Pisanu in Libia per firmare l'accordo
di Guido Ruotolo inviato a Porto RotondoDel 29 giugno 2003 da La Stampa
"La collaborazione con le forze di polizia libiche è già in atto. Mercoledì andrò a Tripoli per discutere, come migliorare questo rapporto. Posso dire soltanto che formalmente si farà qualche passo in avanti, sigleremo una prima intesa formale". Il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, non si sbilancia nel dare la notizia che mercoledì andrà in Libia, quasi a voler raffreddare gli entusiasmi e le attese di queste ore; L'accordo con la Libia per il contrasto (comune) all'immigrazione clandestina è a portata di mano, si farà, ma i suoi termini non sono stati ancora definiti. Anzi, saranno rinegoziati in queste ore perché si dovrà lavorare per ricucire lo strappo, per sanare la ferita che si è aperta con le dichiarazioni (poi rettificate) del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che giovedì in Parlamento aveva annunciato l'imminenza di una missione militare e di polizia all'interno dei confini libici. L'intesa tecnico-operativa che era sta raggiunta, infatti, è stata rimessa in discussione da Tripoli. Il ministro Pisanu, ieri, si è limitato a parlare genericamente di un accordo per la "sorveglianza congiunta delle frontiere". E oggi, a Porto Rotondo, incontrerà il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi per definire la cornice della nuova "trattativa" con i libici. Al termine dei colloqui bilaterali con il collega francese, Beppe Pisanu e Nicolas Sarkozy hanno incontrato i giornalisti all'hotel Ahi D'Oru. I due ministri dell'Interno hanno discusso soprattutto i temi legati all'immigrazione e ai rapporti con la Libia, oltre che del terrorismo e della criminalità organizzata. Da questo punto di vista, dalla Francia è arrivato un incoraggiamento e una delega all'Italia per trovare l'intesa con Tripoli, consapevoli, anche i vicini d'Oltralpe, che si dovrà giungere alla sospensione dell'embargo europeo nei confronti della Libia. Il nostro ministro dell'Interno dalla Sardegna ha voluto mandare segnali precisi e rassicuranti a Tripoli. Riconoscendo intanto che anche per la Libia l'immigrazione rappresenta un problema, e dunque che il suo governo non strumentalizza questo fenomeno per ricattare l'Europa: "La Libia - insiste Pisanu - è oggi l'area principale nella quale si riversa l'emigrazione africana. E' terra di transito per chi vuole raggiungere l'Europa". Condivide questa analisi il ministro Sarkozy, che aggiunge: "E' troppo tardi intervenire quando gli immigrati raggiungono Parigi o Roma". E' il giorno dell'offensiva diplomatica europea, del sostegno dell'Europa alla missione italiana, al ministro Pisanu. Al semaforo verde dei francesi si è aggiunta infatti l'iniziativa del presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, che ieri ha parlato con il leader libico Gheddafì che lo ha rassicurato sul fatto che il suo Paese si sta impegnando a fronteggiare l'immigrazione clandestina, che per loro rappresenta "una catastrofe". Il ministro Pisanu andrà a Tripoli come ministro dell'Interno di uno Stato che avrà già assunto la presidenza europea. E, dunque, andrà rappresentando anche gli altri suoi colleghi della Ue. Precisa Pisanu: "L'intesa, i programmi che riusciremo a concordare con la Libia saranno commisurati all'esigenza di rispettare rigorosamente - scandisce, sottolineando quel "rigorosamente" - la sovranità della Libia, la sua inviolabilità. E sapendo che si dovrà tener conto dei limiti imposti da un embargo. Noi ci impegniamo a convincere gli altri partner europei a superare questo limite". Messaggio rassicurante, dunque, diretto ai libici che chiedono di poter comprare elicotteri, mezzi navali, strumenti tecnologici utili per il controllo dei quattromila chilometri di confine terrestre e duemila chilometri di coste. Questo traguardo si raggiungerà, sembra dire Pisanu, ma occorrerà del tempo. "L'embargo - aggiunge il ministro dell'Interno francese, Nicolas Sarkozy - è una decisione europea, la Francia, come gli altri Paesi, si limita ad applicarlo. Giacché la Libia, come ha spiegato il ministro Pisanu, è diventato il luogo di transito del flusso di immigrati, bisogna dialogare, trovare una intesa con Tripoli". Chissà se il segnale francese, l'investitura del presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, alla iniziativa italiana, i messaggi rassicuranti di Pisanu convinceranno i libici, che in queste ore torneranno al tavolo tecnico-operativo, a rivedere la loro posizione. A fare retromarcia e a ritornare a quell'accordo che avevano congelato.