Accordo Italia-Libia sulla vigilanza delle coste
Del 29 giugno 2003 da Il Sole 24 Ore
ROMA • II ministro dell'Interno, Giù seppe Pisanu, firmerà mercoledì a Tripoli con il ministro libico della Giustizia i sicurezza pubblica un accordo di collaborazione tra le polizie dei due Paesi pel porre un freno alle partenze di immigrati clandestini. Sarà un accordo che rispetterà in pieno la sovranità territoriale della Jamahiria e l'embargo internazionale imposto al Paese. Ma una «soluzione stabile al problema potrà essere trovata solo con accordi in ambito europeo» ha fatto sapere ieri da Bruxelles il presidenti della Commissione, Romano Prodi, chi ha avuto venerdì sera una lunga conversazione telefonica con il leader libici Muammar Gheddafi.
Ad annunciare la firma dell'accorda con la Libia è stato lo stesso Pisanu che ha incontrato ieri a Porto Rotondo, in Sardegna, il suo collega francese, Nicolas Sarkozy, per un vertice bilaterale dedicato all'immigrazione, alla lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Pisanu ha spiegato che con la Libia c'è già da tempo una collaborazione tra le polizie «nelle forme appropriate che rispettano, in maniera rigorosa, la sovranità della Libia». Un richiamo non casuale dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, giovedì in Senato sul pattugliamento in acque territoriali libiche da parte di unità italiane che ha suscitato la pronta e stizzita reazione delle autorità di Tripoli. Pur tuttavia il Governo di Gheddafi ha intuito che la pressione dei clandestini si può trasformare in un'ottima arma per convincere l'Italia a farsi portavoce con gli altri partner europei e soprattutto con gli americani delle esigenze di vedere tolto o almeno allentato l'embargo deciso dopo gli attentati dell'86 di Lockerbie e alla discoteca “La Belle” di Berlino.
Il memorandum di intesa al quale ha lavorato negli ultimi mesi tuia delegazione del Viminale, prevede un sostegno dell'Italia nell'addestramento e- nella logistica del contrasto ai clandestini. Un'opera che sarà di pura e semplice consulenza con azioni operative sotto esclusiva direziono libica. L'accordo si inserisce nel quadro delle intese dell'Italia con Paesi della sponda Sud del Mediterraneo che hanno portato, come nel caso della Tunisia, alla diminuzione del 90% degli arrivi di clandestini, un modello che si vorrebbe esportare a Bruxelles per accordi europei. Il tema è stato al centro dei colloqui che Pisanu ha avuto con il ci collega Sarkozy insieme alla revisione parziale del regolamento Ue che impedisce l'acquisto di strumenti indispensabili per contrastare l'immigrazione clandestina. L'Italia, ha spiegato Pisanu, sarebbe «favorevole ad allentare l'embargo sta «finché resta dobbiamo tenerne conto anche se ci impegneremo per riconoscere gli sforzi che la Libia sta facendo si e farà in direzione della comunità internazionale». Anche per Sarkozy, che ha sottolineato là «perfetta identità di vedute» tra Italia e Francia su lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata e d sull'immissione dei dati biometrici nei visti Schengen, «l'embargo i è una decisione comunitaria che la Francia deve solo applicare».
Tuttavia la strada degli accordi bilaterali potrebbe non risolvere il problema. Per una soluzione stabile, secondo il presidente della Commissione Prodi, servono accordi europei «la cui costruzione può apparire i più lenta ma la cui efficacia, una volta implementati, è indiscutibilmente più forte». Gheddafi, nella conversazione con Prodi, si è detto disponibile a cercare valide soluzione in grado di bloccare il traffico di esseri umani in vista di una missione tecnica che la Commissione effettuerà in Libia entro l'estate.