La Farnesina si prepara all'evacuazione immediata

di F. Sar.

Del 21 febbraio 2006 da Corriere della Sera

ROMA - Il governo libico assicura che «sarà garantita la sicurezza degli italiani», ma la Farnesina ha già predisposto il piano di evacuazione da Bengasi. Sono una sessantina le persone invitate a trasferirsi dalla Cirenaica alla capitale. In una nota diffusa nel pomeriggio l' Unità di crisi del ministero degli Esteri conferma che «è stata predisposta la possibilità, per chi lo desideri, di lasciare la città». Sabato mattina, dopo l' assalto al consolato italiano e gli scontri con la polizia locale che il giorno prima avevano provocato morti e feriti, un gruppo di una quindicina di persone era già stato portato fuori dall' area di crisi. Ora si cerca di convincere anche gli altri a spostarsi. Sale la tensione nel Paese guidato dal colonnello Gheddafi, ma altri fronti di protesta contro le vignette sataniche si sono aperti nelle ultime ore. E gli analisti temono che le dimissioni del ministro Roberto Calderoli, contestato proprio per la sua maglietta contro l' Islam, possano non bastare a placare l' ira dei fondamentalisti che si è scatenata contro il nostro Paese. A destare maggior allarme è la Turchia, dove oltre diecimila persone sono scese in piazza a Istanbul. Nessuna minaccia è stata rivolta contro l' Italia, ma il clima è certamente effervescente. Più grave appare la situazione in Libano dove sarebbero stati lanciati anatemi diretti, così come del resto è avvenuto la scorsa settimana a Nassirya, in Iraq, e a Herat, in Afghanistan, dove sono schierati militari italiani. Per i contingenti è scattato già da giorni lo stato di massima allerta. Donne in corteo anche in Marocco, proteste violente in India e in Pakistan dove sono state incendiate alcune chiese. Il fronte della protesta si allarga con il trascorrere delle ore e questo rafforza negli esperti la convinzione che ci sia una strategia per fomentare le proteste. Per questo viene costantemente aggiornato il dispositivo di sicurezza. Mentre il Viminale ha disposto il potenziamento della sorveglianza di tutti i possibili obiettivi del fondamentalismo sul territorio nazionale, a preoccupare i responsabili della sicurezza è la situazione degli italiani che si trovano all' estero. In cima alla lista ci sono naturalmente le ambasciate, i consolati e le residenze dei diplomatici. Tutte le imprese che hanno sedi negli Stati arabi sono state allertate, così come i villaggi turistici gestiti da nostri connazionali. Sul sito della Farnesina «www.viaggiaresicuri.mae.it» sono indicati i Paesi dove è sconsigliato andare sia per motivi di lavoro, sia di vacanza. Secondo la circolare diramata due giorni fa dal capo della polizia Gianni De Gennaro, le questure e le prefetture dovranno valutare con la massima accuratezza le richieste di autorizzazione per manifestazione e presidi di solidarietà ai musulmani che si stanno organizzando in questi giorni. Il timore espresso pubblicamente dal ministro dell' Interno Giuseppe Pisanu non è quello che riguarda un progetto di attentato da compiere nel nostro Paese, ma l' iniziativa di «qualche testa calda», fomentata da quanto sta accadendo nel mondo arabo. Non a caso vengono monitorati i siti islamici e i forum che continuano a registrare minacce forti e chiare contro il nostro Paese, così come già avvenuto nei giorni scorsi per Danimarca, Norvegia e Francia, gli Stati dove sono state pubblicate per la prima volta le vignette su Maometto giudicate blasfeme dai musulmani. F. Sar. * relazioni bilaterali La colonizzazione Dalla conquista della Libia da parte italiana nella guerra del 1911-12 i rapporti tra i due Paesi sono stati difficili, anche se stretti soprattutto a livello economico storia Petrolio e gas L' Italia è il primo fornitore della Libia (26% del suo import), anche se il saldo commerciale è negativo per noi di 6,5 miliardi per il massiccio acquisto di gas e petrolio (un 30% del nostro fabbisogno). In Libia operano circa 50 nostre aziende, tra cui l' Eni, e vivono un migliaio di italiani economia Il patto del 2004 Dopo la dura lotta contro l' occupazione italiana (1911-1943), la Libia ha espulso nel 1970 i residenti italiani e chiesto ripetutamente molte «compensazioni» per il periodo coloniale. Nel 2004 l' accordo tra Gheddafi e Berlusconi ha migliorato le relazioni ma non risolto del tutto le tensioni politica.

 

 

 

 

Galleria Immagini
Decennale AIRIL

Contatti

Sede Legale

Via Sistina, 121 - 00187 - Roma
(c/o DayOffice)

tel: 06-47818521 - fax: 06-47818444
email: presidenza@airil.it