Islam, Allam chiama l'opposizione
di Luca MaurelliDel 23 febbraio 2006 da Secolo d' Italia
«Il dialogo? È sempre possibile, anzi è indispensabile, ma solocon coloro che rispettano la vita, l'identità e le idee dell'interlocutore». Magdi Allam, vicedirettore ed editorialista del “Corriere della Sera” scorre al computer le dichiarazioni diel ministro Fini sulla “reciprocità” nei rapporti con l'Islam e le sottoscrive. Ma ribadisce quelli che da sempre lui considera i “paletti” invalicabile nell'approccio con la comunità musulmana. Qual è il limite tra la comprensione dell'altro e la tolleranza passiva, Allam? on si può dialogare con chi disconosce il diritto alla vita, disprezza l'identità altrui, persegue l'obiettivo di distruggere un'altra civiltà. Oggi più che mai ci devono essere dei punti fermi, altrimenti non si dialoga ma si calano le braghe. Il concetto della reciprocità nei rapporti, nel rispetto l'uno dell'altro, deve essere il punto di partenza di una politica che però sa anche fare muro contro chi considera l'Occidente un nemico e basta. Non si tratta di una questione formale, ma sostanziale: la salvaguardia della vita e dei valori universali dell'Occidente è interesse di tutti, musulmani compresi. Fini sostiene che i valori occidentali non possono essere imposti con la forza... a democrazia non si può esportare, perché questo concetto non implica soltanto che la gente si metta in fila e deponga la scheda nell'urna. Questo è un concetto di democrazia formale, come quello che negli anni Trenta portò al potere il nazismo, che ha portato al governo della Palestina gli estremisti di Hamas, che ha spalancato le porte del Parlamento egiziano a ottantotto deputati che aderiscono al movimento dei “Fratelli musulmani”, quelli che disconoscono l'esistenza di Israele. Ecco, non è questa la democrazia da esportare o da imporre. Noi dobbiamo invece assicurarci che nostri interlocutori siano reali, che ci ascoltino, che condividano quei valori fondanti che sostanziano la democrazia. Esportare il meccanismo democratico del voto senza dargli contenuti condivisi, senza radicare in quelle società anche valori universali come la sacralità della vita, la tutela dei diritti della persona, significa solo avvantaggiare l'Islam estremista. Ritiene che atteggiamenti eccessivi, come quelli dell'ex ministro Calderoli, possano fornire alibi ai fondamentalisti che odiano l'Occidente? ì, in questo concordo con Fini, con il gesto della vignetta Calderolini si è comportato in maniera irresponsabile assumendo per sè un atteggiamento provocatorio che alla fine ha finito per coinvolgere tutto il governo. Ma su altro punto dissento dal ministro: io resto convinto che all'origine dei tumulti di Bengasi contro il consolato italiano non ci sia l'ostentazione in tv della maglietta con la vignetta su Maometto. Lo dimostra il fatto che già nei giorni precedenti il figlio del leader libico Gheddafi rilasciava un'intervista nella quale chiedeva le dimissioni di Calderoli per alcune sue dichiarazioni in cui invitava il Papa ad assumere la guida della controffensiva cattolica contro l'Islam. Per questo dico che l'attacco al consolato italiano era preordinato ed è poi sfuggito di mano al governo libico. Dobbiamo fare attenzione a non commettere l'errore di voler a tutti i costi smorzare la tensione con la diplomazia, perché altrimenti si dà un incentivo maggiore a chi ritiene di potere dettare le proprie condizioni ai paesi occidentali anche alimentando il malcontento contro l'Occidente. Condivide la necessità di un atteggiamento bipartisan sulla questione islamica? Senza dubbio, la classe politica italiana, tutta, deve arrivare a una elaborazione comune sull'atteggiamento da tenere nei confronti di quella che è ormai un'emergenza internazionale. Ma senza cadere nella faciloneria di pensare che qualsiasi spunto, compreso la pubblicazione delle vignette in Danimarca, sia da considerare una ingiusta provocazione che in qualche modo giustifica la reazione violenta del terrorismo. Perché ciò che avviene nell'ambito del terrorismo è sempre opera di burattinati nascosti nell'ombra, non nasce certo da reazioni spontanee. Quale sarebbe l'atteggiamento italiano nei confronti degli estremisti se vincesse il centrosinistra dei no-global e dei comunisti? Abbiamo visto sabato scorso quali pericoli correrebbe il Paese se nell'Unione prevalessero le posizioni di chi inneggia alla strage di Nassiriya, di chi brucia in piazza la bandiera americana. Sono posizioni politiche pericolose perché dimostrano una collusione ideologica con il terrorismo e allo stesso tempo sono espressione di illegalità, perché l'apologia di reato è nel codice penale. E sarebbe ora che anche la magistratura si muovesse...