Libia: Fini apre a gesto simbolico insieme a visti e crediti

Del 24 febbraio 2006 da Il Velino

Roma - Dopo le violenze di Bengasi e l’irrigidimento della Libia per le parole di Gianfranco Fini che vi aveva letto anche “un tentativo di delegittimazione di Muammar Gheddafi”, l’Italia prova a uscire dall’impasse diplomatica con la Libia. Nell’audizione di mercoledì a Montecitorio, il ministro degli Esteri ha lanciato un’offerta a Tripoli per “chiudere definitivamente il capitolo storico del passato coloniale, anche con ulteriori misure altamente significative”. Il riferimento è a quel “gesto simbolico” che il colonnello chiede da anni e su cui si era consumata l’anno scorso una rottura che tuttora rende gelidi i rapporti bilaterali. La Libia chiedeva infatti la costruzione da parte italiana di un'autostrada che, partendo da Rasegedir, al confine tunisino, arrivasse fino a Umsaad, alla frontiera con l'Egitto. Un'opera lunga 1.900 chilometri, da realizzarsi in cinque o sei anni, del costo stimato fra i tre e i sei miliardi di euro. Ora, spiegano fonti diplomatiche, Fini propone di rimettersi al tavolo negoziale e accetta di aggiungere alle iniziative di riconciliazione già avviate altre, “da concordare con la parte libica, che diano il segno dell'amicizia tra i due popoli”. Insomma, una trattativa da far ripartire senza precondizioni e aperta a nuove idee “per dare nuovo impulso al partenariato Italia-Libia”. A Tripoli, però, il titolare della Farnesina chiede in cambio di onorare l’impegno a concedere i visti ai profughi italiani “senza limitazione e discriminazioni”. E avverte che nel negoziato dovrà rientrare la ricerca di “una soluzione accettabile del contenzioso economico sui crediti che vantano le aziende italiane”, stimati in 877 milioni di euro, e la fine delle “discriminazioni tuttora vigenti sul piano normativo” a danno della imprese italiane operanti nel Paese nordafricano. Difficile che il governo libico accetti di riprendere un negoziato a 40 giorni dalle elezioni in Italia, in cui sembra aver scommesso sulla vittoria di Romano Prodi e dell’Unione. Ma il gesto di Fini serve comunque a stemperare le tensioni che hanno infiammato la Cirenaica e a riannodare almeno un minimo di dialogo con la Giamahiria fermando una pericolosa escalation.

 

 

 

 

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