«Chiunque vinca, esigo il risarcimento»
Del 5 marzo 2006 da Corriere della Sera
ROMA - Il colonnello Gheddafi torna a chiedere all'Italia un indennizzo per i danni coloniali, definendolo un «gesto propedeutico» per un «futuro che rinnoverà micizia e comune sviluppo tra i due Paesi», chiunque vinca le prossime elezioni. Una nota l'Ufficio popolare della Grande Jamahirya araba libica popolare socialista a Roma precisa infatti che Gheddafi «non nutre alcun interesse» sullo «svolgimento delle campagne elettorali italiane e sull’esito delle possibili votazioni» di aprile, in quanto ha «sempre dialogato e dialogherà con qualsiasi governo eletto». Nel comunicato, a nome del «leader della rivoluzione» si conferma «la piena disponibilità e collaborazione per un ulteriore miglioramento dei già eccellenti rapporti bilaterali» e di un «rafforzamento della cooperazione in materia commerciale, energetica ed economico finanziaria» ma viene definito «propedeutico» il «gesto che il popolo libico attende dall’Italia»: un «grande gesto, significativo e non solo simbolico che ponga una pietra sul passato per un futuro che rinnoverà amicizia e di comune sviluppo dei due Paesi» recita, senza ulteriori precisazioni, il comunicato. FINI EQUILIBRATO - La Libia ha espresso «apprezzamento per l'equilibrio» con il quale, a nome del governo italiano, il vice-premier e ministro degli Esteri Gianfranco Fini si è «recentemente espresso sulle relazioni bilaterali». È quanto si legge in una nota della rappresentanza diplomatica libica in Italia. «CENSURARE GLI ELOGI AL COLONIALISMO» - La nota esprime poi «stupore per le recenti dichiarazioni di persone che anche in precedenti governi italiani hanno avuto posizioni di rilievo alla direzione della Farnesina, e per le prese di posizione sulla stampa italiana di alcuni presunti esperti del giornalismo italiano. Ci sono quelli che presumono di sapere la lingua araba, usando parole e mettendole nella titolazione delle quali non conoscono il significato e, ancora, altri che, ostentando un'origine araba, hanno preconcetti e danno giudizi che hanno tutta l'apparenza di essere prodotto di elaborazioni non proprie». D'altro canto, prosegue il comunicato, «risultano del tutto inaccettabili e da censurare le affermazioni disgustose di chi ha elogiato la criminale politica coloniale di Mussolini e l'occupazione militare della Libia, infliggendo al popolo libico sofferenze così grandi». «ALESSANDRA MUSSOLINI TROVI VERA DIALETTICA» - Infine l'Ufficio popolare fa riferimento alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Alessandra Mussolini che, commentando il discorso di Gheddafi, aveva detto: «Se non fosse per mio nonno, starebbero ancora sui cammelli con il turbante in testa». «Per quanto riguarda le scomposte dichiarazioni di una persona che senza alcun merito porta il cognome di chi in passato è stato un importante uomo di Stato italiano, l'Ufficio popolare auspica che, seppur tardivamante, possa ritrovare la vera dialettica di cui un uomo politico dovrebbe avvalersi e che dovrebbe aver ereditato, abbandonando l'uso di espressioni riprovevoli a sfondo animalesco». FIGLIO GHEDDAFI SMENTISCE PADRE - Intervistato da Rai 1, Saadi Gheddafi, capo delle forze speciali libiche e figlio dei rais libico, . Secondo Saadi, infatti, «non c'è alcun nesso tra ciò che è successo a Bengasi e le relazioni italo- ibiche.