E' tutta colpa di Gheddafi
di Valentino ParlatoDel 25 agosto 2006 da Il Manifesto
Di fronte al problema e alle tragedie dell'immigrazione dall'Africa, sono ricorrenti, sulla stampa italiana di queste settimane, le accuse a Gheddafi. Sembra quasi la ripetizione del vecchio detto, c'est la faute à Voltaire. Frequenti sono titoli come «L'ira del Viminale su Gheddafi» (ma il Viminale avrebbe smentito) o «Il ricatto di Gheddafi» e altri ancora. Gheddafi è il cattivo che spedisce in Italia i barconi dei clandestini e che ci ricatta con la richiesta di pretestuosi indennizzi per i danni che l'occupazione italiana ha arrecato alla Libia. Innanzitutto va detto che le migrazioni sono oggi un fenomeno globale provocato da uno sviluppo capitalistico che produce, a scala mondiale, vette di ricchezza e abissi di povertà. E che è aggravato dalle politiche economiche dell'occidente: se l'occidente cessasse di sostenere le proprie agricolture, abolisse i dazi sulle importazioni e non facesse il dumping delle proprie esportazioni, le cose andrebbero un po' meglio. In questa situazione nella quale gli esperti più seri dicono che gli sbarramenti servono a poco (vedremo quali risultati avranno anche i due comitati contro gli sbarchi del ministro Amato) non si capisce come e perché Gheddafi dovrebbe fare (e riuscirci) il nostro guardiano in Libia. I nostri opinionisti e i nostri politici (anche il buon ministro Bianchi) dovrebbero studiarsi un po' meglio il fenomeno epocale delle migrazioni e, aggiungo, anche i problemi della Libia (leggersi almeno qualche libro, Del Boca per esempio). Insisto sulla Libia non solo perché è il paese dove sono nato e non solo perché ho grande stima di Gheddafi (l'avevo anche quando era il leader di un paese «canaglia» e veniva bombardato dagli aerei Usa). Immigrazione a parte, poche cose sulla Libia delle quali noi italiani dovremmo tener conto. 1. La Libia è uno dei pochi paesi arabi indipendenti dagli Usa, senza essere diventato «fondamentalista». 2. La Libia è un paese nei cui confronti noi italiani abbiamo un debito enorme per i danni e i massacri (si veda il bel libro di Eric Salerno) dei quali siamo responsabili. Sono passati più di 30 anni da quando è cominciata la discussione sull'indennizzo e i governi italiani, a cominciare dal buon Andreotti, non sono riusciti, anche per taccagneria, a concludere nulla con la conseguenza ovvia che Gheddafi, più tempo passa più alza il prezzo. Agli inizi degli anni '80 la partita - se fossimo stati accorti - si sarebbe potuta chiudere senza una grande spesa. 3. Dalla Libia non ci arrivano solo i clandestini , ma anche il gas e il petrolio, per l'Italia piuttosto vitali. Basterebbe solo il buon senso per far capire ai governi italiani che la Libia di Gheddafi andrebbe trattata con maggiore attenzione. Tanto più che per gli Usa (un po' più accorti di noi italiani) la Libia non è più uno «stato canaglia» e non è più irragionevole che la Esso o un'altra società Usa voglia prendere il posto dell'Eni. P.s. Stando così le cose sarebbe una sciocchezza se il governo italiano accettasse di costruire la grande litoranea Tunisia-Egitto, dando occasione di lavoro alle imprese italiane e agli africani che arrivano in Libia con la disperata speranza di poter emigrare in Europa?