Ignoranza o Malafede ?
di Leone Massa
Del 20 aprile 2010 da L' Opinione
E’ sconfortante rilevare che la lingua italiana non è compresa dagli stessi italiani, in special modo da coloro che fanno parte delle nostre Istituzioni ed ancor peggio dai rappresentanti del popolo con cariche di governo. Un’eclatante dimostrazione di ciò è stata data dalla risposta del sottosegretario Molgora presso la VI° Commissione ad una interrogazione della senatrice Germontani relativa alla copertura finanziaria dei disegni di legge per una garanzia sovrana dello Stato a favore delle imprese italiane che hanno operato in Libia dal 1970 al 2002. Il Sottosegretario Molgora ha dichiarato che i benefici previsti dai disegni di legge in parola sono in effetti una duplicazione dei provvedimenti già presi negli ultimi 30 anni a favore dei cittadini italiani espulsi dalla Libia nel 1970. L’art. 2 dei ddl specifica in un italiano ben chiaro che i beneficiari sono le imprese che hanno operato in Libia sino al 2002 e non la comunità italiana ivi residente ed espulsa nel 1970 e la garanzia sovrana copre l’impegno libico ad onorare i debiti nei confronti delle imprese italiane che hanno subito il blocco dei loro averi per la richiesta libica dei danni di guerra e del periodo coloniale. Tali crediti sono stati in parte riconosciuti dallo stesso Governo libico che però intende soddisfare in maniera forfettaria e senza alcun rispetto del diritto. È dovere di uno Stato sovrano, quale l’Italia, pretendere, dopo aver acclarato e definito il contenzioso per i danni di guerra e del periodo coloniale col Trattato di amicizia sottoscritto a Bengasi il 30 agosto 2008, il rispetto ed il pagamento di tutti i propri cittadini che hanno lavorato in quel Paese. È un preciso dettame della nostra Carta Costituzionale come viene sancito all’art. 35, parte terza, affari economici, tutelare il lavoro italiano all’estero.
Sono trascorsi 4 anni da quando i suddetti disegni di legge sono all’esame della VI° Commissione del Senato e 2 anni dal Trattato di amicizia con la Libia ed ancora oggi assistiamo a delle dichiarazioni sconcertanti da parte del sottosegretario all’Economia. Non vogliamo pensare che ci sia malafede pur di evitare un impegno, puramente cautelativo, da parte dello Stato ma certamente è da constatare la superficialità con la quale vengono letti i documenti propositivi per risolvere dei problemi che si protraggono da decenni. Sono atteggiamenti che fanno cadere le braccia a tutti coloro che attendono giustizia dal proprio Stato e ci si domanda cos’altro debba fare un cittadino per veder rispettati i propri diritti. Un’istituzione, quale è il Senato, non può gareggiare con i ritmi esasperanti della giustizia italiana nel procrastinare nel tempo una propria decisione. Tutto ciò è immorale e non degno di uno stato di diritto. Anni addietro alcune aziende hanno fatto ricorso legale contro lo Stato richiedendo oltre ai danni economici anche quelli biologici ed esistenziali che in alcuni casi, hanno prodotto dei suicidi. Sicuramente la conclusione dell’iter giudiziario porterà ad una condanna dello Stato italiano per cui i danni riconosciuti alle imprese ricadranno sull’erario e quindi sulle tasche dei cittadini. In tal caso non dovrebbero essere responsabili quei funzionari delle Istituzioni e quei rappresentanti del Governo che ancora oggi non comprendono l’italiano è altrettanto sconcertante se viene dato un parere negativo alla copertura finanziaria solo perché nell’articolato è previsto il prelievo da un articolo di spesa ormai esaurito specialmente quando il Ministero non informa tempestivamente la Commissione finanze e tesoro sulle disponibilità di cassa. In uno Stato moderno dovrebbe essere lo stesso Ministero ad individuare il capitolo di spesa da cui attingere senza ulteriore perdite di tempo e rispettare le decisioni di un organo parlamentare, espressione di una vera democrazia. Vogliamo sperare che sia il sottosegretario Molgora, sia il Senatore Mura, relatore dei disegni di legge, entrambi della Lega Nord Padania, siano solleciti a ovviare all’errore e finalmente dare giustizia alle imprese creditrici della Libia che per l’89% sono dell’aerea padana. La Lega Nord Padania viene ritenuta il partito che guarda al concreto bandendo le chiacchiere inutili. Questo è il momento e l’opportunità per dimostrarlo!